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Elisabetta Podda

Elisabetta Podda è una delle fondatrici del teatro Akròama. Ha partecipato a quasi tutte le produzioni del Centro, da "La notte delle danze" (1979), fino a "Medea" (2001) sotto la direzione artistica e regia di Lelio Lecis.
Nel 1981, al Festival di Edimburgo, determina il successo di "Mariedda", pièce che fa conoscere la compagnia sarda ai più importanti critici europei e che viene rappresentata al Wiener Festvochen, al Round House di Londra, a Colonia, Biefeld, Praga, Zurigo, Varsavia, Bratislava, Linz, Cracovia, Las Palmas e Isole Canarie. Nel 1983 interpreta la parte di Paska ne "L'ultimo sogno di Balloi Caria" presentato al Festival di Spoleto. Lo spettacolo viene ripreso nel 1995 per il Festival di Postdam dove vince il primo premio di drammaturgia contemporanea. Nel 1985 è Sirena nello spettacolo di varietà "Sirena, la pompiera artificiera". Nel 1986 è protagonista de "La stanza", presentato alle celebrazioni di "Firenze, capitale della cultura europea". Sempre nel 1986 recita in "Lolita", monologo ispirato al racconto di Nabokov. Nel 1987 cura la regia di "The brig" di Julian Beck. Nel 1988 è l'angelo guida ne "La casa della madre", presentato al Festival di Santarcangelo.
E' quindi la volta di "Storiafinta" (1989) con Valeriano Gialli; "Come vent'anni fa" (1990), un monologo di cui cura anche la regia; "Troiane" (1991) nella parte di Ecuba, spettacolo presentato per l'inaugurazione del Teatro delle Saline a Cagliari e poi ripreso in un nuovo allestimento nel 2000; "Il lavoro dell'attore" (1992), con gli allievi della Scuola Teatrale; "Donne" (1993), monologo in cui interpreta tre donne, tratto dai testi di A. Wekser; "Woyzeck", con la regia di Jochen Scholch.
Dal 1996 al 1998 è impegnata con gli attori dell'Opera di Pechino in un progetto speciale triennale di ricerca sul linguaggio teatrale che culmina con la spettacolo "Sguardo Occidentale Primo" e "Sguardo Occidentale Secondo"; del 1998 è "O ciclope", una coproduzione italo-francese; lavora quindi in "Cocca di mamma" (1999), con la regia di Dafne Turillazzi, e sempre dello stesso anno in "Broken Juliet", liberamente tratto dal "Romeo e Giulietta" di W. Shakespeare; nel 2000 recita in "Medea", su un testo di P. Filia rivisto da L. Lecis, e in "Racconti Sardi", con la regia di Stefanie Tost.

Ha altresì recitato per la regia di Lelio Lecis in "Il Ciclope" (2002) di Leonardo Sole e Ghjacumu Thiers, "Il paese del vento" (2002) di Grazie Deledda, "Giochi di Guerra" (2006), "Angeli Morti" (2010); e per la regia di Alice Capitanio in "Aladino"(2007).

E' stata regista di diverse produzioni Akròama, fra le quali: "Shakespeare al sangue - Delitti Shakespeariani" (2006), "In Cucina"  (2007),   "Guerra Bambina" (2009) ispirato alle cronache di guerra riportate in "Pappagalli verdi" di Gino Strada, "Alice nel Paese delle meraviglie" (2011).


Ha lavorato per anni nella Scuola Teatrale Akròama e tiene tuttora laboratori teatrali. Ha partecipato a diversi film e ha tenuto concerti di musica sarda in Sardegna e all'estero.


Dicono di lei

CORRIERE DELLA SERA, 4 luglio 1983:
"… quella singolare attrice, danzatrice e cantante che è Elisabetta Podda."

R. De Monticelli

THE SCOTSMAN, 9 settembre 1982:
"… Questa fiammiferaia è brillantemente interpretata da Elisabetta Podda che trasmette tutta la gamma delle emozioni, dalla gioia alla tristezza; non attraverso la parola, ma con la danza, la gestualità del corpo e attraverso il tono mesto della voce quando vende fiammiferi."

A. Wright

ESPRESSO SERA, 12 maggio 1984:
"… Tra tutti gli interpreti spicca Elisabetta Podda (Paska) per l'energia corporea che traspone nella danza, la voce di autentica intensità etnomusicale e il transfert emotivo della recitazione."

G. Caponetto

SIPARIO
"… Ma lo spettatore è colpito innanzi tutto dalle straordinarie qualità teatrali della giovane Elisabetta Podda, un'attrice la cui presenza marcherà i prossimi anni."

A. Attisani

PAESE SERA, 16 marzo 1985
"… Elisabetta Podda è un'autentica rivelazione nel ruolo di Paska: attrice d'estrema bellezza, carismatica, leader dello spazio scenico, la cui presenza a tutto tondo - volto, voce, corpo, costumi - è sicuramente il punto di forza dello spettacolo."

A. Tricomi

AZ, 2 giugno 1982
"… Elisabetta Podda interpreta meravigliosamente il ruolo di una povera proletaria, con gli occhi infuocati che riflettono una grande voglia di vivere ma anche la volontà di morire."
H. Sichrosvsky

IL GIORNALE, 26 settembre 1982
"… Nemmeno il critico del Times è riuscito a rimanere insensibile all'intima poesia di "Mariedda", interpretata con una presenza scenica a dir poco carismatica da Elisabetta Podda."

G. Galavotti

L.C.
"… E' urgente segnalare un'attrice straordinaria. Elisabetta Podda è una forza magnetica: il suo corpo è talmente presente nell'azione tanto nella immobilità che negli spasimi, la sua vocalità è già così matura da trovare pochi paragoni nel teatro che conosciamo, il suo viso e i suoi occhi, sospesi ironicamente tra il gorgo dell'infanzia e quello dell'età adulta straniano e stupiscono."

A. Attisani

THE TIMES, 16 settembre 1982
"… Avanza con incredibile sensualità e magnetismo che ci seduce… un'immagine di gaiezza e fecondità luminosa come il sole."

A. Wright

THE GUARDIAN, 17 settembre 1982
"… Un'attrice dalla grande espressività che possiede tutti i toni, una presenza magnetica."

C. Oliver

IL CORRIERE DI NAPOLI
"… Gran parte della suggestione spettacolare è da attribuire alla splendida voce di Elisabetta Podda, che stupisce per la forza e l'ampiezza delle sue qualità vocali."

E. Carbone

IL GIORNO, 7 luglio 1983
"… Paska interpretata con straordinaria bravura da Elisabetta Podda."

U. Ronfani

LA NUOVA SARDEGNA, 1983
"… Un'attrice di gran temperamento, fornita di una voce calda e profonda, ha poi dato energia nervosa e ritmo vorticoso al personaggio di Paska."

L. Sole

LA NUOVA SARDEGNA, 12 febbraio 1986
"… Le immagini sono forti, spesso crudelmente significative e allusive. Elisabetta Podda si muove sulla scena con la consueta bravura e con intensa capacità mimica, capace di scatti nervosi e definitivi, e di grande rigore compositivo."

W. Porcedda

LA NUOVA SARDEGNA, 25 novembre 1990
"… E l'obiettivo viene centrato dall'opera con la Podda in assolo. Sola ma sdoppiata, questa maestra di espressività corporea riesce a dominare anche una lunga navigazione sulla parola. Ecuba e la commessa che dovrebbe portarne i panni sono due esercizi acrobatici sul filo della scissione schizofrenica."

A. Porru

LA NUOVA SARDEGNA, 13 febbraio 1993
"… La regia di Lecis consegna questo triplo ritratto di donna alle sole cure di Elisabetta Podda. E l'attrice che partecipa sin dalla fondazione ai progetti di Akròama risponde con un eccellente gioco di spiazzamenti, di registri altalenanti, di musicalità sottovoce… i suoi timbri scuri o straniti, i suoi scarti da fanciulla a matrona, sono un colpo a segno."

A. Porru

IL VERONESE, 27 aprile 1997
"… Con la lucida interiorità del teatro occidentale, evocato per l'Akròama di Sardegna da quella strepitosa, intensissima interprete che è Elisabetta Podda."

G. Z.

LA NUOVA SARDEGNA, 29, marzo 1997
"… "Il monologo", in cui coesistono danza, recitazione e canto, rivisto nell'interpretazione occidentale e mediterranea di Elisabetta Podda si schiude a toni poetici e di delicata tragicità che la compostezza gestuale della versione originale cinese lasciava oscuri al nostro sguardo."

R. Sanna

LA NUOVA SARDEGNA 12 marzo 1998
"… Con un colpo a sorpresa finale una straordinaria Li Hai Qing che riprende "Giulietta" in un pezzo d'alta classe e una perfetta Elisabetta Podda, viceversa, assolutamente "dentro" i panni di un maschio orientale."

W. Porcedda

LA NUOVA SARDEGNA, 1999
"… Vera trascinatrice dell'intreccio, una eclettica Elisabetta Podda che passa con disinvoltura dalla caratterizzazione macchiettistica della suggeritrice ai gustosi cammei dei ruoli shakesperiani."

R. Sanna

L'OBIETTIVO, 21 novembre 2000
"… E se occorre elogiare tutti gli attori della compagnia Akròama qui impegnati, non possiamo dimenticare la figura del capoangelo interpretato da un'intensa Elisabetta Podda."

LA NUOVA SARDEGNA, 5 dicembre 2000
"… E' un pretesto (ma un bel pretesto) sembra anche la tensione drammatica tutta figurale e impreziosita dalle sonorità profonde e dalle modulazioni scabre e raschianti d'una vocalità originale e pregnante (quella di Elisabetta Podda), voluta dal regista… il corpo giovane e aggraziato della Medea moderna si misura con quello maturo e straripante di espressività grumosa della Medea classica (Elisabetta Podda), che continua a modulare la sua voce scabra e dolente ma centellinata a schiocchi e singulti che follemente mimano la risata."

L. Sole

WEEK, 29 maggio 2001
"Proprio in clima, esattamente al centro della scena, domina su tutti la figura di Ecuba, madre e nonna dolente, interpretata da una Elisabetta Podda grave ed imponente, come il ruolo richiedeva."

P. Argiolas

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