L'ARENA di Verona

Giovedì 27 Ottobre 2016

TEATRO LABORATORIO. Suggestiva messinscena per lo spettacolo della compagnia Akròama

«Storiafinta» di amori dannati

Il regista Lelio Lecis mette in scena lo spettacolo come se si trattasse di un copione cinematografico da provare.

La Storiafinta portata in scena dalla compagnia Akròama al Teatro Laboratorio si sgretola al vento come una scultura di sabbia e si consuma come una sigaretta fumata compulsivamente. Lo suggeriscono già i primi minuti dello spettacolo che vedono l’attore Simeone Latini alla guida di un’auto di sabbia, annebbiato dai vapori dell’alcool mentre le sigarette fumate in scena creano un’eterea nebbiolina. Apre gli occhi e inizia a narrare la breve storia d’amore dannato traun’adolescente americana e un ultratrentenne italiano, in viaggio tra strade e spiagge sarde.

L’autore e regista Lelio Lecis ha scelto un’operazione narrativa interessante: Storiafinta. Una vera storia d’amore (questo il titolo completo) si presenta sotto forma di sceneggiatura cinematografica.

E l’ascoltatore viene trascinato dentro un film dai colori bruciati come il fondale sabbioso della scenografia.

Tutto il peso dello spettacolo grava su Simeone Latini e sul complesso monologo a più livelli narrativi in cui il tempo per riprendere fiato è poco. Il suo personaggio è tutt’altro che accattivante: un agente di commercio dai tratti distruttivi. Mentre le parole agiscono inarrestabili in un angolo del palco e la figura di Marion Constantin occhieggia in un ruolo quasi muto all'estremità opposta. In rilievo rimane la voragine centrale, segno indelebile di un deserto esistenziale, riempito solo da sporadiche citazioni a video e dall’ultimo alito di vana speranza. Una danza sognante.

DU.C

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