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Estratti stampa - Broken Juliet

Roberta Sanna
AMORE, VIOLENZA, POESIA: SHAKESPEARE E I TEPPISTI

[…] Shakespeare dunque fornisce il capolavoro immortale, storia di giovanissimi protagonisti e di un amore nato dall'odio delle rispettive famiglie. Lecis lo incornicia in una situazione-pretesto. C'è una Giulietta che continua le sue prove a notte fonda, una suggeritrice entusiasta e materna, un custode che nella sua pacatezza nasconde un estro istrionico inespresso. Quando arriva la banda in cerca di avventure notturne potrebbe finire in tragedia. E così avviene, ma non ad opera di hooligans scatenati in atti teppistici, ma della fascinazione teatrale che, complice l'imponente scenografia a più piani (la "piazza pubblica" di Verona rivisitata pensando a De Chirico), coinvolge i giovani come interpreti della tragedia shakespeariana. Il primo atto scorre colorato e accattivante come un fumetto con un sottofondo punk-rock. La situazione pretestuosa naviga ben diretta fra gli scogli degli stereotipi e piazza battute-chiave sulla natura del teatro, sulla poetica artistica dell'Akròama (occasione per togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa verso i critici locali), per portare dritti alla messinscena di Romeo e Giulietta. Il grande gioco convince i giovani contestatori che, indossati i costumi, seguono i saggi e ironici consigli della vera trascinatrice dell'intreccio, una eclettica Elisabetta Podda che passa con disinvoltura dalla caratterizzazione macchiettistica della suggeritrice ai gustosi cammei dei ruoli shakespeariani. Il secondo atto propone quindi alcune scene di Romeo e Giulietta in una sorta di laboratorio improvvisato, diretto con mano sicura, capace di esaltare i giovani talenti e smussare inevitabili immaturità artistiche. Bella interpretazione corale, nella quale spiccano l'incantevole Romeo di Alice Capitanio, che presta la sua bellezza androgina e il registro da contralto all'inquieto innamorato, e il perfetto Mercurio di Tiziano Polese (ottimo anche come capo-hooligan). Riusciti anche il personaggio di Alfredini, il custode caratterizzato dal carisma di Antonio Caboni (a suo agio anche nei panni del principe e del frate) e la delicata Giulietta di Barbara Cadeddu.
LA NUOVA SARDEGNA, 29 novembre 1999

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