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Estratti stampa - Delirio a Due
Roberta Sanna
IN BILICO SULL'ABISSO
In bilico sulla forte pendenza di una
piattaforma circolare suppellettili e personaggi in un interno
borghese stanno per precipitare. Sullo sfondo cupo o notturno
la scena è il nucleo bianco e nitido di un atomo sottoposto
ad una ineluttabile forza centrifuga. Rombi di armi da fuoco
e militari all'ingresso come in zona di guerra. [
] Con
mano sicura la regia di Turillazzi sposta la situazione ai
giorni nostri, rendendo espliciti gli interventi esterni.
Mentre si intensifica la schermaglia verbale dei due stanchi
amanti sulla scena, commandos irrompono in platea e sul palco,
infuriano allegre e disperate sarabande di slavi, di ultrà
e di bande metropolitane. Intanto, come in una esplosione
al rallentatore, il pavimento in bilico si fessura in crepe
sempre più ampie, i mobili scaraventati restano sospesi
a mezz'aria, mentre si moltiplicano gli oggetti in una proliferazione
di simboli contrastanti, i pesciolini colorati del vagheggiamento
dell'infanzia, le parti di corpi smembrati. Il "Delirio
a due" prosegue imperturbabile nella disquisizione della
coppia di amanti, che dalla disgregazione del linguaggio precipita
nella disgregazione dello spazio e infine del tempo, in un
raggelante paradigma della condizione umana. Il ritmo incalzante
dello spettacolo si regge in gran parte sulla smagliante e
acrobatica interpretazione di Rosalba Piras, perfetta in quell'impasto
di ingenuità, ironia ed essenzialità capace
di rendere al meglio il linguaggio di Ionesco. [
]
LA NUOVA SARDEGNA, 29 febbraio 2000
Monica Perozzi
UNA COPPIA LITIGA MENTRE INTORNO IL MONDO SI SGRETOLA
Già nel foyer è spettacolo:
in piedi sulla cassa, passamontagna, tuta mimetica e stretto
tra le mani un moschetto da cecchino, anche da un km ti fa
secco. Non è un'anteprima bizzarra e lo dice lo striscione
scritto con bombolette spray "Ci si diverte dappertutto
finché ci sono guerre", firmato Ionesco. [
]
In scena lei e lui, amanti da diciassette anni, ormai persi,
in un continuo di rancori e rinfacci, ogni occasione è
quella buona per non esser d'accordo e per amor di polemica
son capaci di litigare per un quarto d'ora sulla lumaca e
la tartaruga. "Son la stessa bestia" dice lei. "Assolutamente
no", ribatte lui. Si tormenta senza tregua perché
nel delirio trovano una ragione per esistere, non importano
i contenuti, vale di più il conflitto, anche se inane,
basta che mimi la lotta, distillato di vita. Rassegnati all'asfissia
i due amanti quasi non si accorgono delle esplosioni che vengono
da fuori, ma quando l'esterno guerrigliero invade platea e
scena, l'assedio amplifica la violenza e raddoppia la loro
immobilità. Che poi altro non è che la mancata
conoscenza di sé: persi in "minchionerie"
lei e lui resistono attaccati al delirio su un palcoscenico
che via via si sgretola, si apre in voragini a far apparire
le zone buie della propria incoscienza. La stessa che arma
le ideologie collettive non manca di dire la regia, che in
un crescendo di assalti mondani (tifosi da stadio, malavitosi
e turisti imbecilli) arriva a presentare il mondo di dentro
e quello di fuori come due reazioni diverse alla stessa mancanza
di senso. [
] "Delirio a due" è un'immersione
nelle crepe a inseguire il crollo delle certezze, e alla ricerca,
forse, di altre domande che facciano girare ancora la ruota
del tempo. Incontenibile eppure mai sopra le righe, Rosalba
Piras dà del femminile un'interpretazione ironica e
seducente, e Carlo Antonio Angioni presta a "lui"
proprio quell'inadeguatezza che le donne non sopportano. [
]
L'UNIONE SARDA, 26 febbraio 2000
Vittorio Marcelli
AKROAMA, TEATRO LABORATORIO SARDO
[
] "Delirio a due" di
Eugene Ionesco, diretto da Dafne Turillazzi, porta in scena
un'eccezionale Rosalba Piras nei panni di un'amante linguacciuta
e impunita, per un'ora di spettacolo dal ritmo incalzante
e ricco di colpi di scena. "Ho voluto in questo modo
- spiega la regista - esprimere uno spaccato di folle quotidianità
di una folle coppia, instancabilmente concentrata sulla violenza
verbale". Così, mentre all'esterno furoreggiano
rivolte di ogni tipo, lui e lei continuano a bisticciare tra
le pareti domestiche, noncuranti di guerre, morti e disastri.
"Una sorta di delirio artistico di arroganza ed egoismo
- conclude Dafne Turillazzi - che celebra il ritorno del privato
sul pubblico e l'azzeramento della coscienza e dell'etica
individuale".
CINEMA E OLTRE
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