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Estratti stampa - Stanza con giardino
Francesco Giudice
STANZA CON GIARDINO
UNA MALATTIA LUNARE DI MALATTIA DEL VIVERE: COSI' E' STATO
DEFINITO QUESTO SPETTACOLO DOLCE E SOFFERTO, SENSUALE E TRASOGNATO,
AMARO E INCANTEVOLE
"Stanza con giardino" unisce
in sé tutti i linguaggi, dal teatro alla danza, dalla
musica al canto, per raccontare la felicità spezzata
di un universo tutto femminile. Sotto un manto di stelle,
sui tetti di una casa mediterranea si replica all'infinito
il risveglio delicato e sofferente di una ragazza suicida
per amore, costretta per l'eternità a fare i conti
con i suoi ricordi, sollecitata da aeree e angeliche presenze
femminili, trascinata in danze e canti per celebrare il sentimento
della vita. Trasognato e suggestivo, lo spettacolo, lo spettacolo
dell'adolescente dalla vita spezzata ci conduce nella stanza
più intima di una giovane esistenza dove vengono rivelati
i sogni e le pene di una ragazza, a declinare frammenti di
vita in quella che un tempo fu la sua stanza ed ora è
solo una scatola piena di ricordi, per un pubblico partecipe
alla dolente memoria del suo fragile destino. L'infanzia felice,
il consiglio del nonno ebreo di non legarsi troppo alle cose
per separarsene più facilmente quando la voce chiama,
una voce che lei non ha udito, sentendo solo un rumore secco
di un corpo riverso sul pavimento, tra le foglie morte di
uno spaglio giardino, dimenato senza grazia in una danza macabra
e greve. "Stanza con giardino" è una partitura
vocale e gestuale per un cast di attrici e musiciste: Alice
Capitanio, fresca e immediata nel ruolo della donna; Elena
Sakharova, Tiziana Martucci e Monica Perra nel magico coro
di ancelle o implacabili sacerdotesse che accompagna il risveglio
della protagonista; e le quattro musiciste Elisabetta Agus,
Silvia Carta, Gabriella Casula e Ivana Busu. Tutte dirette,
come in un concerto per suoni e visioni, da Lelio Lecis, non
solo regista ma anche autore del testo poetico. [
]
dal sito dei Teatri di Vita (www.teatridivita.it)
Giuseppe Drago
DONNE SUL TETTO DI UN MONDO TRASOGNATO
Pièce tutta al femminile, con otto
attrici che popolano la scena aggirandosi sui tetti di un
mondo trasognato e candidamente metafisico, addobbato con
luci che forano il manto nero del fondale come minute stelle
della notte d'estate. Ma irto di rami spogli l'albero del
giardino pensile senza più cure, senza più odori,
poiché l'angoscia ha deposto un manto di lutto sui
ricordi dell'amore finito.
In un'altalena tra anima ferita e corpo dolente, Alice Capitanio,
una recitazione che dipana i ricordi per frammenti chiari
di narrato e un corporeo esibirne la lacerazione in armonici
ed espressivi passi di danza gestuale.
OGGI SICILIA 5 maggio 1999
Si. T.
GRUPPO DI DONNE IN UN INTERNO
E' uno spettacolo di visioni e fascinazioni,
sceniche e non: Lelio Lecis ha ideato un bello spazio semovente,
che lascia ampi richiami all'immaginazione e si compiace di
un bianco abbagliante che cancella e copre i segni del tempo.
Un gioco ad incastri fatto di rituali al femminile: streghe,
sacerdotesse, semplici donne raccattano brandelli di vita
e li scagliano con forza contro le pareti della stanza chiusa,
riparo e nido in cui resta intatta solo la morte.
GIORNALE DI SICILIA 5 maggio 1999
Roberta Sanna
NELLA STANZA DEI RICORDI
Sottolineato da un'avvolgente colonna
sonora il racconto procede in un montaggio lento e ieratico,
dipanando disperatamente i ricordi felici, contrapponendoli
al dolore del tradimento inscenato - crudelmente ripetuto
- delle movenze danzate dagli angeli. Danza anche la fanciulla,
sfiorando la vita dal buio della morte, lottando con l'oblio
e il buio, opprimente, delle pene d'amore.
Alice Capitanio, presenza atletica e voce piena appena arrochita
e incrinata dallo strazio, interpreta con passione il ruolo
della "bambina pura, bambolina" dapprima amata e
poi ferita a morte, lascia scorgere una ingenuità sensuale
e morbida, che traspare intensamente da una acerba gestualità.
LA NUOVA SARDEGNA 17 maggio 1999
G. Zofrea
AKROAMA, POESIA DI TRASOGNATI INCANTAMENTI
Lo spazio scenico, elemento fondamentale
ad esaltare le suggestioni del testo, è stato ideato
dallo stesso regista, Lelio Lecis, senza alcun dubbio una
delle figure più interessanti, intelligenti ed inquietanti
della scena drammaturgia nazionale.
Uno spettacolo carico di poesia e di emozioni, una cifra che,
unita alla notevole preparazione attoriale degli artisti Akròama
e alla pregnante sensibilità registica di Lecis, è
indicativa di un teatro che trae le sue suggestioni da una
straordinaria cultura, di antiche radici, se pur attenta ai
linguaggi del suo tempo.
IL VERONESE 20 giugno 1999
Simone Azzoni
STANZA CON GIARDINO
Assieme alla danza e alla musica, messaggera
questa tra i vivi e i morti, sono quella classicità
che la metafisica intride di simbolismo. E il simbolismo è
tutto nell'ininterrotto scollamento dalla logica, dalla vita,
diremo noi.
In questo allontanamento c'è l'angoscia della scoperta
di una essenza vuota, larvale appunto, atemporale. Atemporale
è la stanza con giardino, scatola nera di ricordi
Alice Capitanio, corpo glorioso, danza sui suoni funerei degli
archi, cercando uno spazio di quiete, scandendo, ripetendo,
urlando la lirica di Lelio Lecis. Un testo bellissimo il suo,
che apre sconvolgenti abissi di dolore, moltiplicando come
eco i significati per poi frantumarli in un nulla.
L'ARENA 20 giugno 1999
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