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Akròama
L'ULTIMO SOGNO DI BALLOI CARIA
di Lelio Lecis
Con
Elisabetta Podda / Paska
Marcello Enardu / Balloi cieco
Rosalba Piras / l'amica di Paska
Raffaele Chessa / Balloi Caria
Franco Saba / il prete
Gianni Loi / il sacrestano
Raffaela Perra / una donna

Scenografie e costumi
Lelio Lecis

Musiche
Franco Saba
Gianni Loi

Regia
Lelio Lecis

Debutto: 1983
Ripresa: 1995

1983: Festival di Spoleto
1995: 1° Premio al Festival di Potsdamer

Premi:
10° POTSDAMER WERKSTATT-TAGE
HANS OTTO THEATRE (Potsdam-Germania)
CERTIFICATO
La Giuria del 10° POTSDAMER WERKSTATT-TAGE 1995 assegna il premio di 20.000 marchi per la migliore messa in scena a:
Akròama- Teatro Laboratorio Sardo
per
L'ULTIMO SOGNO
di Lelio Lecis, regia di Lelio Lecis
nella nuova versione del 29 Giugno 1995

Della Giuria fanno parte:
Prof. Dr. Ulrich Eckhardt (Direttore del Berliner Festspiele GmbH)
Dr. Peter Krumme (Drammaturgo e Pubblicista)
Martin Linzer (Critico teatrale del "Theater der Zeit")
Prof. Dr. Peter Reichel (Università per la Musica e il Teatro "Felix Mendelssohn Bartholdy" di Lipsia)
Maria Magdalena Schwaegermann (Vice Direttrice del Habbel-Theaters di Berlino)

 

VERDETTO DELLA GIURIA
Motivazione: La produzione teatrale scelta, sostenuta dalla straordinaria interpretazione degli attori, mostra una grande professionalità e capacità espressiva. Le tradizioni del teatro mondiale sono state presentate in modo convincente e stimolante dal regista e direttore del teatro Lelio Lecis che interpreta in un nuovo modo le vecchie forme. Gli elementi che da secoli rappresentano i fondamenti del teatro vengono collegati in modo professionale, attuale, creativamente rinvigoriti. In questo modo il gruppo teatrale sardo ha arricchito l'attuale opera e ha dato nuovi impulsi per lo sviluppo del teatro. Lo spettacolo "L'Ultimo Sogno" riunisce miti arcaici, costumi, canzoni, suoni e gesti a una atmosfera poetica di grande effetto.
Questo tipo di teatro "al rallentatore" si oppone, in modo perfetto, alla fatale frenesia dei nostri tempi. Tutto ciò in un linguaggio molto moderno. Tuttavia l'opera resta decisamente attuale. "L'Ultimo Sogno" del gruppo Akròama ha le sue radici nella cultura popolare sarda, il suo contenuto e le forme espressive sono saldamente legate alle tradizioni, che in Sardegna sono ancora vive. Tuttavia il risultato non è tradizionalistico, folcloristico o provinciale, né è irrigidito nel classicismo. La Giuria riconosce di non aver scelto un'opera con fondamenti letterari come invece si ritrovano nel secondo classificato "Totentrompeten" (Trombe della morte) di Schwerin con testi di Einar Schleef. Inoltre la Giuria ha deciso di assegnare un riconoscimento per la straordinaria interpretazione di Samuel Fintzi in "Ein Monat in Dachau" (Un mese a Dachau) di Vladimir Sorokin messo in scena da Dimiter Gotscheff del Dusseldorfer Schauspielhaus.
Ulrich Eckhardt per la Giuria

L'ULTIMO SOGNO DI BALLOI CARIA
In questo spettacolo l'autore non vuole "raccontare" una storia (l'amore appassionato di Balloi per Paska, la violenza da lei subita e l'accecamento dell'uomo) ma portare alla luce impressioni profonde, immagini sbiadite e altre potentemente sentite, della sua infanzia. Al centro di questa "storia di emozioni" rimosse e riportate alla luce, sta la festa popolare coi suoi balli e canti, la processione, il prete, Cristo e la Madonna e, in primo piano, i sogni evasione di Paska e dell'amica. Le immagini sono forti e definite (con quei bellissimi costumi dai vivaci colori in cui prevalgono i rossi, i neri e i gialli) come pure i suoni: rumori della vita di tutti i giorni, in particolare le voci della festa e il grido che prendono forma dal vissuto quotidiano e si trasformano in suoni e strutture melodiche. Ai colori e ai rumori-suoni è affidato il richiamo diretto ai temi della cultura sarda. Le parole svolgono una funzione vicaria di indicazione e sottolineatura dei temi chiave, che si sviluppano in configurazioni di immagini e gesti, di colori e di suoni. Il nucleo tematico è dato da un sentimento tragico dell'amore e della religione, che si realizza nelle due figure antagoniste, ciascuna delle quali si tira dietro il suo doppio come un'ombra, di Balloi-Cristo e di Paska-Madonna. Un'attrice di gran temperamento, fornita di una voce calda dalle vibrazioni profonde, Elisabetta Podda, da energia nervosa e scattante ritmo vorticoso di danza al personaggio di Paska, creando per il suo doppio, la Madonna in processione, una nenia appassionata e sinistra, in bilico tra erotismo e preghiera. Molto forte l'immagine di questa Madonna che è insieme: una ragazza di paese, una venere vendicativa e il perenne emblema della madre. Rosalba Piras contribuisce a trasformare con la sua bella voce i rumori e le voci in grido e in canto, stemperando con grazia femminile i tratti un po' duri e forti del personaggio di Paska. La scena è semplicissima, affidata al gioco delle luci su un fondo nero, con un pallido sole al centro e due pedane ai lati per i personaggi del prete e del sacrista.

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