Alan e Bryan sono due esseri umani costretti alla convivenza in un luogo impreciso, attendono un’importante chiamata che deciderà delle loro rispettive sorti. Probabilmente la loro permanenza forzata è da considerarsi di lunga data, come si trattasse di una prigionia: una detenzione in attesa di giudizio. In scena un telefono (il terzo protagonista) attraverso il quale un fantomatico giudice opera le sue incursioni; ma anche questa è solo una supposizione: non ci è dato di vedere il suo volto, ascoltare la sua voce né conoscere i suoi pensieri. Ciò che sappiamo per certo è che i due personaggi si trovano lì come parte integrante del programma: una macchinazione, un progetto ancora non concluso, privo di una fine… La loro.