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11-12 marzo
Akròama
LO STRANIERO
di Albert Camus
con
Valeriano Gialli / Lo straniero
Rosalba Piras / Maria
Gianni Loi / Custode
Marcello Enardu / Direttore
Tiziano Polese / Raimondo
Elisabetta Podda / Amante di Raimondo
Scenografia e costumi
Valentina Enna
Regia
Lelio Lecis
LO STRANIERO
Si tratta di una riedizione dello spettacolo andato
in scena nel 1992.
L'anonimo impiegato Mersault, antieroe indifferente, vive e muore indagando
la contraddizione tra l'uomo che vuol capire e il mondo che resta incomprensibile.
Lo spettacolo mette a fuoco lo stravolgimento della sua vita nell'arco
di appena quattro giorni, con un percorso che lo porterà alla morte.
Mersault infatti finisce sulla ghigliottina per aver sparato sulla spiaggia
ad un arabo che lo minacciava con un coltello. Ciò che però
determinerà la condanna del giudice non sarà tanto questo
episodio, quanto l'atteggiamento cinico e indifferente tenuto da Mersault
di fronte alla morte della propria madre. Lo spettacolo ripercorre il
processo e la condanna dell'impiegato, che lentamente s'impadronisce di
sé e, in nome della verità, arriva all'anticonformismo che
lo rende appunto straniero, vittima consapevole della condizione umana.
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Dalle recensioni de "Lo Straniero":
DA UNA PROSA MAGISTRALMENTE SOBRIA NASCE UN TEATRO
PURO E COINVOLGENTE
Marcatamente denso, in una scenografia nera, neutra, improntata su attori
con personalità e carattere, questo è Teatro, fatto da chi
lo sa fare: niente fumo e cianfrusaglie sceniche, ma essenza che nasce
dall'armonia tra parole e immagini. Valeriano Gialli, fin dall'abito che
indossa, è quel piccolo uomo che racconta come dall'esterno e che
accetta i tiri che gli gioca la vita: la morte della madre, l'amante,
quell'amico strano, i tre pazzi. L'assassinio viene solo descritto; esplodono
diversi spari. Oltre a una luce raffinata che cambia in continuazione
in perfetta sintonia con l'arrangiamento musicale, qualche sedia, un letto
e per ultima una ghigliottina, immersi in un'atmosfera neutra, focalizzano
lo sguardo. In poco più di un'ora ci viene mostrato un Teatro puro
e coinvolgente, che supera le barriere linguistiche, molto preciso, e
che centra esattamente l'atmosfera del racconto. Si guarda e si rimane
stupiti di quanto sia semplice fare del buon teatro.
Karl Harb
SALZBURGER NACHRICHTEN, 4 maggio 1993
LO STRANIERO SENZA SPERANZE
La regia di Lecis condensa e svuota ogni emozione,
inventa strani fantasmi da integralismo islamico con funzioni di attrezzisti
e servi di scena, spruzza qua e là pillole di grottesco, e riduce
tutto a una sobrietà d'impianto, raggelata e sensibile. Uno spettacolo
"semplice" che restituisce le atmosfere apatiche del romanzo
di Camus e riaccende l'interesse per un autore passato dalla moda sartriana
e parigina del dopoguerra al colpevole silenzio dell'"indifferenza"
di oggi.
Gabriele Rizza
IL TIRRENO, 26 aprile 1994
UN CAMUS QUASI IPNOTICO
Una scenografia essenziale ma puntuale, incisiva e
curata, luci bellissime e suggestivamente efficaci, una regia attenta
e intelligente, un testo "lavorato" con perfetta consapevolezza,
lasciando intatto il senso letterario dell'esistenzialismo di Camus, rinunciando
tuttavia a qualsiasi digressione filosofica. Il risultato è una
lettura scenica che ha dei momenti autenticamente ipnotici, senza ricorrere
mai a forzature istrionesche, mantenendo anzi un perfetto controllo interpretativo
e di caratterizzazione dei singoli personaggi.
Giovanna Zofrea
IL VERONESE, 3 maggio 1994
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AKROAMA
Fondato nel 1977 a Cagliari da un gruppo di attori
sotto la guida di Lelio Lecis, il Teatro Laboratorio Sardo Akròama
si è imposto in poco tempo nel panorama del teatro italiano per
l'originalità dei suoi spettacoli, creati come luogo di confronto
tra ricerca popolare e sperimentazione (La notte delle danze, Mariedda,
L'ultimo sogno di Balloi Caria). Uno stile salutato dai maggiori critici
internazionali con entusiasmo, che valse al giovane gruppo l'immediato
inserimento nei programmi di festival italiani ed europei. Diventato,
a dieci anni dalla sua nascita, Centro di Ricerca Teatrale, Akròama
affianca attività laboratoriali e di ospitalità a quelle
tradizionali della produzione.
Negli anni si susseguono i successi, firmati in gran parte da Lelio Lecis
come lo spettacolo itinerante La Casa della Madre, o Lo Straniero, invitato
al Festival di Salisburgo. Lo stesso Lecis viene invitato in Germania
per allestire all'Hans Otto Theater di Postdam Sei personaggi in cerca
d'autore di Pirandello nel 1996. Negli ultimi anni Lecis ha condotto un'esperienza
pressoché unica nel teatro occidentale: un progetto sperimentale
con la partecipazione di attori e musicisti dell'Opera di Pechino.
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