1-2 aprile
Teatro Sassari

UNA DOZZINA DI ROSE SCARLATTE

Interpreti:
Mario Lubino
Marina Serra
Alfredo Ruscitto
Antonietta Toschi Pilo

Scenografie:
Giovanni Lubino

Luci e fonica:
Marcello Cubeddu

Regia:
Giampiero Cubeddu

UNA DOZZINA DI ROSE SCARLATTE
Tratto da un testo di Aldo Debenedetti, uno dei maestri della commedia leggera italiana, "Due Dozzine di Rose Scarlatte" è un classico della risata made in Italy. Una coppia fin troppo fedele e apparentemente felice, viene messa in crisi dalla moglie che comincia a sentire la voglia di evasione e organizza una settimana bianca. Il marito ne approfitta per inviare due dozzine di rose scarlatte ad una Contessa che aveva chiamato per errore, convinta quest'ultima di aver parlato con il fioraio. Complice l'amico avvocato, ordina le rose per farle recapitare con lo pseudonimo di "Mistero" alla Contessa con l'intento di farla innamorare. Ma il mazzo finirà per errore nelle mani della moglie che, convinta che siano per lei, le nasconde e rinuncia al viaggio. A questo punto il marito, curioso, farà arrivare alla moglie ogni giorno il costosissimo mazzo di rose con lettere sempre più appassionate e sempre rigorosamente firmate con lo pseudonimo di "Mistero". Tutto si complica quando la moglie sempre più innamorata si dispone a lasciare il marito, mentre il "Mistero" continua con una serie di simpatici equivoci e colpi di scena. In questa commedia il Teatro Sassari usa un "gramelot" linguistico che va dalla variante sassarese a quella romanesca e napoletana.

TEATRO SASSARI
La compagnia nasce a Sassari nel 1976. Nei suoi anni di attività, diretta dal regista Giampiero Cubeddu, ha allestito oltre 30 lavori teatrali. Tre sono le direttrici entro le quali la Compagnia si è mossa e intende muoversi: il filone tradizionale, il rifacimento degli esempi più significativi del teatro regionale italiano, la ricerca. Per ciò che concerne la tradizione ha allestito i classici del teatro sassarese, ricostruendo con rigore la civiltà "zappadorina" attraverso un ritratto garbato e ironico, privilegiando gli aspetti malinconici e conflittuali di quel mondo rispetto a quelli di una nostalgia melensa, tanto cara e consueta nel teatro dialettale, che descrive e rappresenta la realtà come un sorta di arcadia, che mitizza i rapporti umani, spogliandoli di ogni dialettica e di ogni contenuto politico-sociale. Il secondo filone è quello del confronto con altre drammaturgie più articolate e complesse, per verificare la tenuta scenica del nostro dialetto nell'ambito di una teatralità non necessariamente dialettale, che pur utilizzando il dialetto sassarese non vuole rinunciare a suoni e intonazioni di altri dialetti regionali, quali il logudorese, il gallurese, l'italiano regionale. Il terzo filone, infine, è quello della ricerca di una drammaturgia e di un teatro sardo del tutto nuovo, anche se radicate nella tradizione, recuperando codici gestuali, ritmi, intonazioni e suoni che rendono originale il linguaggio teatrale sardo rispetto al teatro tradizionale del panorama nazionale. Dal febbraio 1989 la Compagnia Teatro Sassari ha assunto la gestione del Cinema Teatro Olimpia di Porto Torres, creando un centro permanente per la diffusione del teatro d'etnia, dove ogni anno la Compagnia Teatro Sassari organizza il Festival «Etnia e Teatralità», ospitando gruppi sardi, nazionali ed internazionali per un confronto fra le diverse etnie.