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13-14 maggio
Scena Verticale
KITSCH HAMLET
Commedia calabro-scespiriana
MINO REITANO incontra AMLETO
si confrontano il pessimismo storico di Amleto
e
il positivismo popolare di Mino Reitano
regia e interpreti
Saverio La Ruina
Dario De Luca
KITSCH HAMLET
In uno scenario apocalittico, tra cerimoniali kitsch
e logori miti della società di massa, degrado ambientale e vuoto
spirituale, Kitsch Hamlet mette a fuoco la realtà calabrese per
riflettere sulla condizione sociale ed estetica del sud del mondo, discarica
di detriti fisici, morali, televisivi e comportamentali della società
dei consumi, spia macroscopica del malessere della società contemporanea.
La reggia di Elsinor lascia il posto al Lido Zulli, il regno del kitsch,
un lido calabrese molto degradato. Lì, Amleto vive con la madre
e uno zio cialtrone ex emigrante. Vi campeggiano un quadro su cui è
dipinto il Mar Jonio e la Statua della Libertà che lo zio ha portato
con sé dagli "steits" e posta di fronte allo Jonio "per
cambiare un po' di cose 'nda 'stu postu 'i 'mmerda: cominciare a guardare
all'America". Dal dipinto (reperto di un mare e di una bellezza che
furono?) cadono persistentemente gocce d'acqua sul pavimento. La madre
si muove su una sedia a rotelle e ha delle ossessioni ricorrenti. Si tratta
di un "regno" dove le identità sono continuamente minacciate
e identificate con oggetti banali cui si attribuisce un valore enorme.
Da qui la fragilità di tutti e gli aspetti tragici e comici a un
tempo. Sullo sfondo del Lido, la popolazione è divisa sulla scelta
del monumento da collocare in paese: Padre Pio o Che Guevara. La madre
chiede ad Amleto di portarla a vedere il mare e lui la porta di fronte
al quadro dello Jonio gocciolante. Convinta di respirare iodio, respira
in realtà esalazioni di liquami tossici. Il mare sta arretrando
e lo zio ha un progetto: cementificare, sfruttare lo spazio abbandonato
dal mare per costruirvi parcheggi e ipermercati sullo stile americano.
L'azione è scandita dalla durata del festival di San Remo. Intanto,
lo zio organizza serate canore al lido con il suo idolo, Mino Reitano,
bocciato al festival di San Remo "picchì non l'hanno capito,
è troppu avanti". Si confrontano il pessimismo storico di
Amleto e il positivismo popolare di Mino Reitano. Mentre uno spettro si
aggira nel Lido, venuto per conto del padre morto di Amleto.
SCENA VERTICALE
Scena Verticale nascenel 1992 a Castrovillari (CS)
per opera di Saverio La Ruina (uscito dalla Scuola di Teatro di Bologna,
proseguito la sua formazione con Jerzy Sthur e lavorato nelle compagnie
di Leo De Berardinis e Remondi e Caporossi, è tra i giovani registi
selezionati agli atelier di regia curati da Eimuntas Nekrosius per La
Biennale di Venezia nelle edizioni 1999 e 2000) e Dario De Luca (uscito
dai Corsi di Formazione Professionale della Regione Calabria, ha continuato
la sua formazione con Alfonso Santagata, Laura Curino e Armando Punzo).
La compagnia debutta nel '96 al II Incontro Nazionale dei Teatri Invisibili
con "La Stanza della memoria", testo e regia di Saverio La Ruina
e Dario De Luca, dove affiora un personale metodo di lavoro in cui si
alterna una scrittura della memoria a una poetica del disincanto metropolitano.
Uno studio dello spettacolo giunge finalista al Premio ETI Vetrine '96,
mentre il testo ottiene nello stesso anno una segnalazione al Premio Nazionale
Teatrale Città di Reggio Calabria presieduto da Ugo Ronfani. Lo
spettacolo effettua una tournée in Argentina nel ’98 su invito
dell’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, con repliche
a Buenos Aires, Cordoba, Mar del Plata, La Plata e Rosario. Il percorso
artistico della compagnia prosegue con "de-viados" (dal progetto
finalista al Premio Scenario ’97), di Saverio La Ruina, regia di
Saverio La Ruina e Dario De Luca, presentato sotto forma di studio a Roma
nel 1998 e debuttato al festival Teatri 90 di Milano nel 1999. E’
del 2000 "Hardore di Otello" (tragedia calabro-scespiriana),
testo e regia di Saverio La Ruina, proposto in forma di studio a Roma
all’interno del Maggio cercando i teatri e debuttato al festival
Santarcangelo dei Teatri.
Scena Verticale organizza a Castrovillari il festival sui nuovi linguaggi
scenici "Primavera dei Teatri - Rassegna di Teatro Contemporaneo"
(nel 2002 alla 4ª edizione), con il sostegno dell’Ente Teatrale
Italiano e del Comune di Castrovillari, che le è valso il Premio
Bartolucci 2001 per una realtà nuova. Dal 1994 dirige il Centro
Teatrale Comunale di Castrovillari e cura da anni sul territorio un’intensa
attività pedagogica e di formazione.
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