|
Progetto
Speciale
Dicembre 1995
20-21
dicembre
Opera di Pechino
ADDIO MIA CONCUBINA
LA NUOVA SARDEGNA
22 dicembre 1995
LA SORPRENDENTE OPERA DI PECHINO
Alla televisione da qualche tempo passa uno spot pubblicitario di una
nota multinazionale dell'informatica, mostra alcune attrici dell'opera
di Pechino che si truccano e discorrono dell'utilità dei nuovi
sistemi informatici. In quello spettacolo si fondono la modernità
del messaggio telematico e la forza di una storia millenaria che si legge
in quel trucco, in cui il bianco, il rosso e il nero giocano fra di loro
creando sul viso di quelle attrici un'espressione misteriosa, sospesa
a metà strada fra una infinita dolcezza e la minaccia di un animale
feroce. L'altra sera al teatro della Saline l'Opera di Pechino ha regalato
a pochi spettatori una lezione sulla sua arte che ufficialmente ha le
sue origini all'inizio del 1800 ma che in realtà è la sintesi
di diversi stili etnici che affondano le loro radici in una tradizione
millenaria. La sensazione che si prova a vedere questi artisti che si
truccano, che vestono i loro costumi multicolori, che mostrano le loro
tecniche è la stessa che si potrebbe provare se si avesse la fortuna
di assistere alla preparazione degli attori del coro di una tragedia greca,
o di una compagnia di attori della commedia dell'arte. La forza dell'Opera
di Pechino è tutta nella tradizione. Una tradizione che si fonda
sulla straordinaria versatilità di questi artisti che sono attori
ma allo stesso tempo acrobati, danzatori, mimi, e all'occasione, come
hanno dimostrato mercoledì sera, cantanti. Accompagnati nella loro
tournèe europea dall'Assessore alla Cultura del Comune di Pechino
e dalla loro direttrice, sono stati accolti in città dall'Akròama,
che ha organizzato insieme al Comune questo evento che anche per una città
come Cagliari, abituata da anni al grande teatro, ha il carattere dell'eccezionalità.
La serata è organizzata in modo tale da presentare tutti gli aspetti
della lunga e rituale preparazione allo spettacolo di questi artisti,
che devono affrontare prima di salire sul palco una estenuante seduta
di trucco. Come hanno mostrato l'altra sera 3 dei 40 artisti di questa
compagnia: Shenjiaxin, Wang Wenzeng, che sono i due "chou",
ruolo che nel nostro teatro corrisponde al clown, e la splendida Liu Shanli,
protagonista di una delle opere più importanti della compagnia
cinese: "Addio mia concubina". Intorno a loro sul palco gli
altri attori si esibivano in una spettacolare serie di acrobazie e di
esercizi con le lance che lasciavano sorpresi per la precisione, frutto
di una preparazione fisica e mentale che deve essere maniacale. D'altronde
questi artisti vengono scritturati dalla compagnia Beijmg, che è
la più importante di Pechino, al termine di un lungo periodo di
studi in Accademia. A fare da spettatori un nutrito gruppo di allievi
della scuola civica d'arte drammatica che ha la sua sede nel teatro delle
Saline. Un'esperienza certamente importante per loro che hanno forse capito
perché un grande uomo di teatro come Bertold Brecht fosse rimasto
così affascinato dall'Opera di Pechino che aveva visto a Mosca
nel 1935.
Enrico Pau
|