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Progetto
Speciale
Ottobre
1997
24-25-26 ottobre
Opera di Pechino / Akròama
SGUARDO OCCIDENTALE
LA NUOVA SARDEGNA
21 dicembre 1996
MITI D'ORIENTE E D'OCCIDENTE
Alle radici comuni
del mito. Dalla tragedia, del teatro. Un confronto ravvicinato tra Europa
e Cina, la scena occidentale e quella orientale di un ensemble prestigioso
e mitico come l'Opera di Pechino. Un viaggio da Ovest verso Est, rischioso,
difficile, ma affascinante che sta per partire questi giorni nello spazio
delle Saline. Un progetto ambizioso, battezzato Sguardo occidentale,
che sarà guidato per quattro mesi dal regista Lelio Lecis, appena
reduce da un allestimento pirandelliano, "Sei personaggi in cerca d'autore"
realizzato interamente con attori tedeschi a Berlino. Ed è proprio
su questa linea di lavoro e di scambio, sul quale sta lavorando da tempo,
che il regista sardo ("mi interessa esplorare i possibili contatti tra
cultura mitteleuropea e mediterranea" ha spiegato a questo proposito Lecis)
intende muoversi anche in questa inedita produzione internazionale che
prenderà le mosse appunto dai drammi di Euripide, dall'"Odissea"
di Omero e soprattutto proprio dal vasto repertorio del teatro cinese,
per realizzare una sorta di laboratorio "aperto". Dove cioè sia
possibile "far lavorare assieme attori di culture teatrali diverse" ha
spiegato infatti Lelio Lecis. Anche perché - e questa è
la vera importante verità - è la prima volta in assoluto
che l'austera istituzione cinese "presterà" i suoi attori per una
produzione teatrale (c'è stato un solo precedente, lo scorso anno
con l'allestimento lirico della "Turandot" dell'opera di Roma). E a suggellare
questa importante decisione, proprio l'altra mattina alle Saline c'erano
la direttrice dell'Opera di Pechino Wang Yu Zhen, il responsabile culturale
della città di Pechino Wu Jiang (accanto all'assessore alla cultura
regionale Efisio Serrenti, il sovrintendente dell'"Hans Otto Theather"
di Potsdam, Stephan Marki e l'attrice tedesca Claudia Meyer) che ha spiegato
come oggi ci sia in Cina "un forte interesse e una grande curiosità
per scambi di questo tipo". Una voglia "ad aprirsi che fino a poco tempo
fa nel nostro paese non esisteva" e che è stata "stimolata dal
progetto messo a punto dal regista sardo". Base di partenza di questo
progetto teatrale che coinvolgerà cinque attori cinesi, cinque
sardi e due tedeschi (nonché quattro professori d'orchestra cinesi,
musicisti sardi e persino alcuni vecchi "saggi" dell'Opera di Pechino
con il compito di "guidare" gli attori e fornire un supporto di memoria)
sarà quello dell'imitazione. Il "miglior sistema per poter comunicare,
non solo in termini artistici" ha detto Wu Jiang. A definirne i contorni
culturali e politici è Stephan Marki che dopo aver ricordato come
questo progetto sia da considerarsi come "il culmine di una collaborazione
iniziata con Lecis, cinque anni fa a Salisburgo" è da leggere come
una "possibile ricerca di un linguaggio culturale comune, oltre le barriere
linguistiche". Il risultato finale del laboratorio sarà mostrato
in prima assoluta a Cagliari, per poi essere rappresentato a Berlino,
Magonza e in Cina.
Walter Porcedda
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