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Estratti stampa - Cocca di mamma

Walter Porcedda
UN CRUDELE AMORE DI MADRE

[…] Al centro della messa in scena - ispirata da "L'amore di una madre" di August Strindberg - le relazioni nevrotiche tra due donne, madre e figlia, ma anche quelle sul filo dell'ambiguità tra la figlia e un'amica. Un universo tutto al femminile quindi, dove gli uomini pur essendo numerosi (se ne vedono ben otto in scena) sono relegati al ruolo di comparse, oggetti sessuali, puro "decor" insomma (d'altra parte non è lo stesso Strindberg a ritenere vincitrice la donna, di quello che pensava un eterno duello da combattere con l'uomo?) Ed ecco quindi tutte le proiezioni psicanalitiche di un difficile rapporto d'odio e d'amore, fino ai confini del delitto (naturalmente solo immaginato o sognato) che la regia tenta di ricostruire utilizzando in parte la tecnica del set cinematografico, in parte quella dei tableaux vivants. Piccole stazioni teatrali dove vengono mostrati i conflitti familiari, le singole frustrazioni familiari, gli approcci di un rapporto omosessuale (l'amica), gli obblighi di una morale bigotta. Piccole casematte dove i personaggi si sbattono nella totale incapacità di comunicare se non per segni o per simulacri d'azione: dai travestimenti alle feste. […]
LA NUOVA SARDEGNA, venerdì 16 aprile 1999

Roberto Cossu
DUE DONNE FRA PASSIONE E VIOLENZA

"Cocca di mamma" attraversa molto liberamente le ossessioni di Strindberg. Diciamo che l'esordio nella regia di Dafne Turillazzi (operazione firmata Akròama) parte dall'autore svedese e finisce ovunque. Un'immagine dal plot, per capire: la mammina è piuttosto oppressiva, le sue inquietudini schiacciano le inquietudini della figlia. Come rendere il concetto? Il cinema, inesauribile serbatoio, ha quel che serve: "Carrie", horror-cult di Brian De Palma. Dietro la ragazza rannicchiata sotto i lunghi capelli spunta così l'infernale genitrice, cocktail di morbosità e bigotteria, con due coltellacci. E' una scena chiave, ma c'è da dire che l'intera rappresentazione è una successione fitta di scene madri. Ogni quadro un effetto. Il testo di Strindberg ("L'amore di una madre") è smontato come un'architettura cubista e rimontato per libera associazione di immagini. Una caccia alla sorpresa visiva. Il "parlato" è quasi una didascalia, che fa intravedere le pulsioni estreme delle donne, della madre e della figlia, della ragazza e dell'amica-sorella. E che spiega elusivamente e frammentariamente un rapporto malato. Dafne Turillazzi preferisce affrontare il problema con le vertigini del sogno, con le metafore consentite dall'arte multimediale, esplorando la "formula" più antica del mondo: l'attrazione fra Eros e Thanatos. […]
L'UNIONE SARDA, 11 aprile 1999

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