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Estratti stampa - L'Orso

Walter Porcedda
AKROAMA INVERTE LA SUA ROTTA E PORTA IN SCENA ANTON CECHOV

[…] L'avvenimento spettacolare si presenta di estremo interesse. Dopo "La notte delle danze", "Mariedda" e "L'ultimo sogno di Balloi Caria" (presente quest'anno in Sardegna nel cartellone del circuito teatrale sardo) che hanno segnato il successo a livello internazionale, con la presenza in festival e rassegne prestigiose e importanti come quelle di Santarcangelo, Edimburgo o Spoleto, per citarne alcuni, la compagnia sarda compie, almeno apparentemente, in questo nuovo allestimento una inversione netta rispetto alla sua storia di ricerca sui temi della tradizione popolare. Imprevedibilmente, infatti, sceglie di cimentarsi con il teatro di parola, e con uno dei suoi autori più difficili, con il drammaturgo russo Anton Cechov. Si tratta di due atti unici "Il fumo fa male" e "L'orso", che segnano il passaggio dell'autore russo dalla letteratura al teatro, quasi degli studi di drammaturgia, che possiedono però, già in "pectore", tutti gli elementi che si svilupperanno nelle opere maggiori. Lo spettacolo dell'Akròama prende appunto ispirazione e spunto da questi due atti unici che, dopo una opportuna trasformazione e montaggio del testo originale, sono stati riuniti in un'unica struttura drammaturgica, con l'intento dichiarato di esaltarne il momento poetico piuttosto che l'intreccio. […]
LA NUOVA SARDEGNA, mercoledì 29 febbraio 1984

Walter Porcedda
IL TEATRO? PER NOI E' FATICA E RICERCA

Con due vaudevilles, "Il fumo fa male" e "L'orso" di Anton Cechov, cuciti insieme in un unico atto, l'Akròama, l'unica compagnia di teatro sperimentale professionista operante in Sardegna, ha debuttato ieri al Teatro dell'Arco, piccolo ed elegante spazio inaugurato recentemente nel cuore del vecchio quartiere di Stampace. "L'orso" realizzato dalla compagnia segna una svolta nel lavoro di questo gruppo che, con decisione, ricerca nuovi strumenti espressivi. Il teatro di parola tra questi, è diventato momento di ricerca perché - il gruppo avverte - "non ha sposato un filone particolare di teatro o una tendenza, ma il teatro in tutte le sue forme possibili" e dunque "L'orso" di Cechov è da intendere non come "un risultato da mostrare" bensì un'altra via di ricerca sperimentale del gruppo che, tagliando il testo, vuole "esaltare il momento poetico piuttosto che l'intreccio farsesco". […]
LA NUOVA SARDEGNA, giovedì 1 marzo 1984

A. L.
E ADESSO L'AKROAMA CI PROVA CON "L'ORSO"
DOPO IL RIUSCITO ESPERIMENTO DE "L'ULTIMO SOGNO DI BALLOI CARIA", PROSA TRADIZIONALE COL RACCONTO DI CECHOV

Un palcoscenico tradizionale, un testo scelto tra le opere più significative dello scrittore russo Anton Cechov, l'innesto di un attore di stampo classico come Mario Faticoni. L'Akròama sta cambiando strada? Date le premesse parrebbe di sì. E invece non è così. Se ne potrà rendere conto anche il pubblico sin da stasera nel ristrutturato Teatro dell'Arco dove il sipario si aprirà per la "prima" de "L'orso". Il regista dell'Akròama, Lelio Lecis, è estremamente preciso: "L'orso" di Cechov è un'altra via di ricerca sperimentale che la compagnia vuole tentare. In effetti Akròama partito da "La notte delle danze", un lavoro ispirato al teatro gestuale, ha modificato (e i risultati hanno dato loro ragione) in circa sette anni di attività l'impostazione del loro lavoro. Sono nati così piccoli capolavori come "Mariedda" e recentemente "L'ultimo sogno di Balloi Caria". In questi tre spettacoli c'è tutto il senso del cammino sin qui compiuto dal gruppo. "L'orso" quindi è un altro capitolo, e rappresenta il primo approccio della compagnia col teatro di prosa tradizionale. […]
L'UNIONE SARDA, mercoledì 29 febbraio 1984

Walter Porcedda
MA QUANT'E' DURO SPERIMENTARE

[…] Diversi erano gli stimoli e gli spunti interessanti per chi non volesse, esclusivamente, leggere il lavoro in modo convenzionale. La scelta di sostituire, ad esempio, la figura della vedova con una bambola gonfiabile, oggetto di scambio tra il padrone e il servo, la voce fuori campo e automatica della recitante, il comparire improvviso al fondo della scenografia di alcuni pennacchi, che si muovevano diretti al suono di una marcia militare, e per finire la scena d'amore tra il militare e la bambola, o ancora il passo di danza tra il servo e Smirnoff. Elementi questi, interessanti, degni di nota. […]
LA NUOVA SARDEGNA, venerdì 2 marzo 1984

Vittorino Fiori
UN INSOLITO ANTON CECHOV

Non "di" ma "da" Anton Cechov: lo spettacolo del teatro-laboratorio sardo Akròama mette insieme molto liberamente (e infatti Lelio Lecis firma oltre alla regia anche la "sceneggiatura", prendendo in prestito un termine di stampo cinematografico) due brevi testi del drammaturgo russo per offrirne una lettura non convenzionale. Il primo ("Il fumo fa male") non ha molto a che fare col secondo, "L'orso", che dà il titolo al collage messo in scena in un solo blocco, senza intervalli. Qualcosa in comune però i due momenti dello spettacolo l'hanno: è l'accentuazione gestuale, in un teatro che l'autore risolveva tutto nella parola. Ma qui c'è un co-autore: "sceneggiando" i due testi, Lecis è andato "oltre" Cechov. […] Raffaele Chessa e Marcello Enardu appartengono sin dalle origini al gruppo Akròama (come Rosalba Piras che s'inventa, fuori campo, una vocina meccanica e monocorde per far parlare la bambolona in gramaglie). La loro confidenza con il teatro gestuale, nel cui solco Lecis e i compagni si sono sempre mossi, si avverte subito. Soprattutto in Chessa che propone un personaggio - per così dire - a passo di danza. Il resto lo fa lo sceneggiatore che rispolvera il testo integrandolo con spettacolari soluzioni visive (che bella invenzione, i pennacchi dei suonatori che si muovono come ballerine di fila segnando al di là della vetrata il tempo di un'allegra marcetta militare!). E insomma, se questo è Cechov, è quanto meno un Cechov piuttosto insolito. […]
L'UNIONE SARDA, sabato 3 marzo 1984

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