10 Giugno 

 Teatro Impossibile 

Il caso Spider Boy - FUORI ABBONAMENTO
di Vito Biolchini, Elio Turno Arthemalle, Massimo Carlotto
regia di Elio Turno Arthemalle

con
Elio Turno Arthemalle
Lorenzo Perra

 

Trama
Nella Cagliari degli anni '60 una ragazza viene stuprata e quasi uccisa. Il fatto suscita scalpore in città, anche perché si sparge la voce che i responsabili del delitto sarebbero un gruppo di giovani provenienti da ottime e molto conosciute famiglie. Nessuno di loro viene condannato, ma il fatto resta impresso nella memoria dei cagliaritani. Impietoso e divertente, lo spettacolo svela i meccanismi attraverso cui la memoria e l'indignazione possano diventare merce. Merce da palcoscenico. L'attore in scena, allora, è il male, alla ricerca di un male ancora più forte che possa contrastarlo e cambiarne i connotati. Il racconto si lega apparentemente a strutture note o tradizionali ma è solo una forma della sovversione della verità. Quella senza lieto fine, quella vera, pura della vittima. L'unico personaggio che può raccontare con esattezza come si svolsero i fatti.

Durata dello spettacolo: 80’

Dalla rassegna stampa:

<<...per parlare di morale bisogna essere profondamente immorali e, senza peli sullo stomaco, seguire fino all'ultima curva la rincorsa fra bene e male, finché il traguardo del bene non coincide col mostrare tutto il male. E proprio tutto lo incarna Elio Arthemalle, ritornano brandelli di racconto, pausato e accelerato con gran sapienza, tanto di maniera che "la gente" si disorienta. Elio Arthemalle la sospende e l'affossa, mantenendo un'infinità di voci, un coro intorno a due punti di vista: quello della vittima e quello di Elio, il teatrante immaginario, che sbrodolando narcisismo ficca "in quest'affare giudiziario" se stesso ragazzino di otto anni. [...] Arthemalle rende conto di tante storie, lo stupro gli serve per rappresentare la realtà e l'immagine che entra dentro lo spettatore è quella del regno del male. [...] Formidabile Arthemalle che ribadisce un punto fermo dell'arte: l'opera non coincide mai col suo autore e massimo autore è chi proietta il suo contrario nell'opera.>>
Monica Perozzi - L'Unione Sarda, 24/06/2000

<<... Una storia di quasi quarant'anni fa. Elio Turno Arthemalle, attore multiplo da tremila facce, la porta in scena in un giochino pirandelliano tra recita e finzione. Un'ora e venti di spettacolo, ottanta minuti esilaranti e impietosi. Non cattivi, impietosi: che conservano sarcasmo e indignazione senza scivolare nel quaresimalismo sessantottesco...>>
Giorgio Pisano - L’Unione Sarda 14/11/2004

<<... nella storia di Giulietta si può leggere il destino di una città classista, chiusa, affascinata dai soldi e soprattutto dagli "status symbol". Arthemalle è bravo a rendere l'emozione di un attore che scopre una storia affascinante che può avere un grande impatto sul pubblico, è bravo a emozionarsi quando sputa in faccia a quei ragazzi di allora, quel "bastardi" dietro al quale si cela la fiducia dell'attore nella parola, nella sua capacità ancora oggi, pure in questi tempi di riflusso, di cambiare il mondo. Accanto a lui Lorenzo Perra nella parte di se stesso, cioè del tecnico-luci, è una sponda straordinaria dell'attore, ai suoi dubbi alle sue speranze.>>
Enrico Pau - La Nuova Sardegna, 27/06/2000

<<... Il pubblico che segue lo spettacolo sente i brividi, il sangue pulsa nelle vene, c'è rabbia nell'aria. Ma Arthemalle non è semplicemente un bravo attore, come Biolchini e Carlotto non sono semplicemente bravi autori. E lo spettacolo non si ferma alla memoria storica, va oltre e arriva a disvelare il gioco della finzione teatrale.>>
Antioco Floris - Il Volo, Luglio 2000

<<...Il teatro non può essere altro che impegno civile. Ha un senso soltanto se è specchio della vita, del qui e ora. Come Spider Boys, la storia, vera, di quattro rampolli cagliaritani che seviziano stuprano e quasi ammazzano una ragazza di un quartiere popolare che sognava di innamorarsi e di non dover più andare a lavar scale...>>
Cristina Cossu – Il Giornale di Sardegna 20/11/2004