16 maggio 

 La Bottega dei Teatranti 

LA CANTATRICE CALVA
di E. Ionesco
regia di Alfredo Ruscito

Marina Serra, A. Gazale, E. Di Biase, E. Floris, Lucia Dore, Carlo Valle

 

I protagonisti sono due anonime coppie inglesi gli Smith e i Martin, rappresentati come archetipi della borghesia. Ecco la prefazione alla scena prima: “interno borghese inglese, con poltrone inglesi. Serata inglese. Il sig. Smith, inglese, nella sua poltrona e nelle sue pantofole inglesi, fuma la sua pipa inglese e legge un giornale inglese accanto ad un fuoco inglese”. La prima battuta è della sig.ra Smith:”Già le nove. Abbiamo mangiato minestra, pesce, patate al lardo, insalata inglese…”. È facile capire, anche per chi non consce bene il suo teatro, che questi personaggi parlano ma non comunicano, limitandosi da uno scambio di frasi banali e convenzionali, non pensano perché hanno perso la capacità di pensare, non esprimono emozioni e passioni, né le comunicano agli spettatori. Sono prigionieri del conformismo, simili ad automi viventi, senza alcuna sostanza psicologica. Il risultato è una situazione paradossale, comico-grottesca in cui i protagonisti dialogano sul nulla.

 

Jonesco: l’assurdo va in scena. Eugene Jonescu, rumeno di nascita,  francese di adozione è con Samuel Beckett il rappresentante più famoso di quella corrente teatrale contemporanea definita “teatro dell’assurdo” che porta in scena i nodi esistenziali dell’uomo moderno: incomunicabilità, falsità di rapporti, routine, difficoltà a dare un senso all’esistenza.