Non si vive per le cose reali, ma per le fantasie, i sogni di ciò che potrebbe essere. Se vivessimo per le cose reali saremmo morti, solo i sogni ci fanno andare avanti, “lottare per dire cosa ci renderebbe felice”, come vorremmo vivere, magari lontano dai cliché che una società di consumi ci propina attraverso i media e i falsi modelli, dimenticandoci quali sono le nostre reali esigenze.

In una sera qualsiasi, su un qualsiasi lettone, con tanti cuscini, c’è un bambino che non riesce a dormire, in uno stato appunto di dormiveglia... ed allora, dai tanti cuscini immagina venir fuori le sue paure... ma anche i suoi sogni, che si personalizzano in mostri, fate, folletti e clowns, in una giostra di personaggi che lo prendono per mano per aiutarlo a sorridere. Dalle favole più conosciute ed ormai divenute archetipi spuntano fuori porcellini, streghe, volpi e gatti, figure che si fondono e confondono dando vita ad un’unica favola dove gioco degli equivoci, e della leggerezza, stimolano viaggi della mente e della fantasia. Il bambino interagisce con un porcellino, ma ecco arrivare il gatto e la volpe, ed infine un personaggio misterioso che ricorda tanto…

Gioco e realtà, sogno e stato di coscienza, un gioco di attori attraverso il corpo e le sue potenzialità espressive condite dalla semplicità accattivante delle giocolerie che stupiscono e lasciano i bambini a bocca aperta.