Giovedì 15 e venerdì 16 maggio 

 Compagnia Sud Costa Occidentale 

Il festino
di Emma Dante
regia di Emma Dante

con Gaetano Bruno.

 

“Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme”. Quelli si misero a deriderlo. Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò.” Vangelo secondo Matteo

 

La trama. “Paride sono io. Io e mio fratello siamo identici come due gocce d’acqua con l’unica differenza che io cammino e lui no. Io sono il corpo e mio fratello è la mente, io mangio e Iacopo si sazia, io dormo e mio fratello sogna… Quanti scherzi abbiamo fatto e tutti ci cascavano: ci scambiavamo i nomi e nessuno poteva distinguerci, tranne la mamma che puniva solo me. Ogni volta che io mi sedevo sulla sedia a rotelle di mio fratello per fare uno scherzetto, la mamma mi chiudeva al buio nello sgabuzzino. Te la posso dire una cosa? Ho passato la vita dentro lo sgabuzzino, in castigo, da solo. All’inizio avevo paura, mi mancava l’aria e le scope mi guardavano storto! Erano lunghe e secche e ce l’avevano con me. Ce n’è voluto di tempo prima di farci amicizia! Gli ho dato dei nomi e ho cominciato a parlarci. Te la posso dire… loro mi rispondevano. Sapessi quante cose ci siamo detti! Certe volte mi chiudevo da solo nello sgabuzzino, giravo la chiave e me ne stavo lì dentro tutta la giornata. Mio padre mi cercava: “Paride dove sei? Sono qui, papà, sto parlando con Guendalina.” Allora mio padre rideva perché lo sapeva che Guendalina era una scopa. Mi sfotteva sempre, diceva che io ero tutto aggrappato ‘ntesta e mio fratello nelle gambe. Per fortuna, un giorno, ha sbattuto la porta e se ne è andato via per sempre, liberandosi dai suoi guai. Ma da quel momento mio fratello è cambiato. Stava sempre davanti alla finestra con lo sguardo basso. Lo aspettava. Camminare come me voleva per andare a cercarlo e ogni sera prima di addormentarsi cadeva dal suo letto, strisciando nel buio cercava le mie mani e io lo tiravo su, aveva i piedi freddi e io glieli scaldavo mettendoci sopra i miei. “Sono gelate le tue gambe, Iacopo, due ghiaccioli!” Ma lui non lo sentiva il freddo.

 

Luci Antonio Zappalà