domenica 21 marzo 

 Teatro Tages 

Il fil’ armonico
Spettacolo di marionette a filo

regia di Agostino Cacciabue

“…Luci, musica, una stoffa verde per le foglie di un albero. Il cinguettio di un uccellino che vola sul palco e che, per qualche minuto, tutti, ma proprio tutti, vedono vivo e reale. Fragile magia di un secondo? Il tanto necessario per reimpadronirsi del diritto, spesso dimenticato, alla fantasia...”
Da L’UNIONE SARDA - Annapaola Ricci

Lo spettacolo è un florilegio, un mosaico composto da momenti di vita del  marionettista che si intrecciano con le storie delle sue figure. Sono frammenti di vita. Storie minime, pochi minuti per raccontare emozioni e passioni. Immagini rapide quanto un’occhiata che si lancia oltre una porta socchiusa, al di là delle vedute di tutti i giorni, alla ricerca di gesti e personaggi che sappiano ancora sorprenderci.
Non ci sono parole, ma solo musica. Non ci sono segreti, perché l’animazione è lasciata a vista.
Le marionette di “Il fil’ armonico”, ballano, soffrono, sperano, ridono, con lo stesso spirito che muove gli esseri umani. Anche per loro, per i pupazzi che calcano il palcoscenico, il destino è sempre appeso a un filo.
Ma questa volta si vede benissimo dove vada a finire.

Lo spettacolo è stato presentato nei principali festival internazionali in Italia e in tournée all’estero, Senegal, Pakistan, India, Ucraina, Singapore e Spagna.

“Il fil’armonico” ha vinto il 2° Premio al Festival Intrtnazionale Puppet Theatres and Other Forms of Scenic Animation ANIMA 2006 organizzato dal Dipartimento Teatro D’Animazione dell’Accademia D’Arte Drammatica di Kharkiv in Ucraina.

Agostino Cacciabue e Rita Xaxa sono gli artigiani che con grande perizia e passione costruiscono e animano le marionette a filo del TeatroTages.
Tages o Tagete è uno spiritello apparso ad un colono etrusco mentre arava il suo campo. Un bel fanciullo, vispo e allegro, con i capelli canuti e un lunga barba bianca. In lui si fondevano la genuinità di un bimbo e la saggezza di un vecchio; dettò le regole dell’arte divinatoria al popolo etrusco e poi scomparve. Nella leggenda c’è chi lo dice morto e chi lo immagina dissolto nell’aria.