4 Giugno 

 AKROAMA 

La creatura - FUORI ABBONAMENTO
Quando noi morti ci destiamo

di Henrik Ibsen
regia di Lelio Lecis

Cast:
Lea Karen Gramsdorff (Irene)
Simeone Latini (Rubeck)
Rosalba Piras (Maja)
Tiziano Polese (Ulfheim)
Rosario Morra (voce Direttore)

Costumi: Marco Nateri, Sartoria: Anna Sedda, Patrizia Etzi, Cristina Schirru,
Falegnameria Filippo Cara, Musiche: Amy MacDonald, Consulenza laser: Bjorn Geber/Medialas,
Assistente alla regia: Vanessa Podda, Direzione tecnica e consolle: Lele Dentoni,
Tecnici: Roberto Sciola, Roberto Lamonica,
Responsabile di produzione: Stefanie Tost, Amministrazione: Marina Mura,
Pubbliche relazioni: Francesco Murgia.

 

liberamente tratto da “Quando noi morti ci destiamo” di Henrik Ibsen

Lelio Lecis studia da anni il rapporto tra l’artista e l’opera della sua creazione. Ha trovato in una storia ottocentesca – la stessa che ha ispirato Ibsen nella scrittura di Quando noi morti ci destiamo – una rappresentazione efficace di questo rapporto.
Quando noi morti ci destiamo è stato pubblicato nel 1899, è stato rappresentato per la prima volta a Stoccarda il 26 gennaio 1900. E’ l’ultima opera del drammaturgo ed è l’estrema meditazione su se stesso e sulla propria arte, attraverso il personaggio di un famoso scultore ormai anziano che scopre di aver sacrificato l’amore all’arte e l’arte stessa al successo in una catena di atti d’assoluto egoismo. Lo scultore è diventato famoso in tutto il mondo principalmente per una sua scultura sulla resurrezione. La scultura rappresenta una giovane donna che si libra verso il cielo da un piedistallo che sembra la terra popolata da esseri umani simili a bestie. Proprio il piedistallo sarà il motivo del suo successo. Il piedistallo quindi e non la sua opera immortale. Il rapporto strano tra lo scultore e la modella porta quest’ultima ad una sorta di follia che la farà scappare in giro per il mondo dove avventure pericolose la porteranno alla morte. Tornerà da morta per trascinare con sé lo scultore che aveva tradito il suo spirito dando più importanza al piedistallo e non alla sua figura.

PRODOTTO GRAZIE A UN FINAZIAMENTO SPECIALE
PER L’ESPORTAZIONE CULTURALE
DELLA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA