Uno vive sempre nell’illusione che ogni cosa possa essere spiegata. Ora che è tutto pronto, mi accorgo che renderei un cattivo servizio a questo nostro lavoro, se tentassi di spiegare con poche frasi ben dette, che cosa ci ha guidato in questi  mesi, come è stato realizzato questo spettacolo. Ora non lo so più. Il percorso che ci ha condotto fin qui è stato un continuo aprirsi allo stupore. Nessuno si è mai affezionato a un’idea, nessuno ha mai preso decisioni. Sono sorte da sé, quando qualcosa di più essenziale delle nostre stesse idee irrompeva nei nostri desideri.  E in questo senso, le limitazioni ci sono state vitali, perché ci hanno permesso di creare un piccolo mondo conoscibile, a partire da noi tutti, insieme. Perché continuiamo a credere che in una rappresentazione teatrale niente è più importante delle persone di cui è fatta. E quando queste hanno il coraggio di mettersi in gioco fino in fondo, tutti gli assurdi della vita iniziano a diventare credibili, fino al punto di riuscire a parlare anche di ciò che è difficile solo nominare.

Una cosa l’abbiamo capita: che questa storia è abitata da una discarica di vite appese a un filo, a cui importa poco di essere capiti. Ciò che conta è essere ascoltati.

Leo Muscato